Prologo

Dopo anni di esperienze di volontariato in India, Brasile, Bosnia, Nigeria, Niger, Simona approda in Ghana dove si innamora di 14 bambini disabili e trova le “condizioni favorevoli” per iniziare un progetto di lunga durata, creando un luogo che fosse una vera casa in un contesto di cooperazione con le autorità e la popolazione locale.

 

Tutto inizia con interminabili ricerche, trattative snervanti e infiniti chilometri percorsi con un budget a quel tempo inconsistente. Simona, nonostante le avversità, riesce a trovare una minuscola casa nel piccolo villaggio di Agomeda.

 

L’accoglienza inizialmente basata più sulla curiosità e la perplessità è diventata accettazione, rispetto e stima, una volta compresi gli obbiettivi del progetto.

 

La piccola casa che inizialmente ospitava tre bambini, al crescere della famiglia, si è rivelata inadatta alle necessità. Abbiamo traslocato tre volte, dopodiché…

 

I traslochi sono finalmente finiti, il lavoro continua.

 

Simona grazie all’aiuto dei soci e dei sostenitori ha concretizzato il progetto di una struttura di proprietà. Il terreno è nostro, nostre le case, tutto è registrato, legalizzato e approvato; la comunità locale, il social welfare e il tribunale locale ci hanno accettato e sostenuto, e a loro volta hanno avuto supporto da noi.

 

In questi anni sono transitati più di 60 bambini, molte famiglie e un numero incalcolabile di piccoli ospiti che venivano (e alcuni tuttora vengono) a giocare, lavarsi, mangiare o a fare i compiti; la loro presenza, seppur caotica, non è mai esclusiva e ogni gioco viene adeguato alle esigenze di tutti.